VI
Seconda cagione di errori: diversitá delle sètte. È carattere eterno di ogni setta nascente di mostrarsi quanto piú si possa simile ad un'altra setta antica: è carattere dell'antica mostrarsi quanto piú si possa diversa dalla nascente. Ciò ha alterato moltissimo la storia del pittagorismo per lo stretto rapporto ch'è passato tra la dottrina pittagorica e la cristiana e platonica del quarto e quinto secolo. Si mostrano gli effetti dell'influenza di queste due sètte, e della stoica e dell'epicurea. Canoni da seguirsi per restituire alla loro genuinitá le massime pittagoriche alterate.
VII
Ignoranza del maggior numero degli scrittori di cose pittagoriche. Essi ignoravano un grandissimo numero di veritá che i pittagorici sapevano. Soprattutto ignoravano le matematiche, che gli stoici e gli epicurei quasi sbandivano dalla filosofia. Quadro di questa decadenza di sapere e progressi dell'ignoranza, sensibili nell'esame delle opere che ci avanzano de' principali scrittori: Vitruvio, Seneca, Plinio, Plutarco, Lattanzio, sant'Agostino, ecc. ecc.
VIII
L'ignorante, che ripete le idee di un sapiente, le altera, e l'alterazione è tanto piú grande quanto piú le idee eran sublimi. Dimostrata dunque l'ignoranza del massimo numero di coloro da' quali abbiamo le memorie pittagoriche, ne viene in conseguenza che molti de' loro errori saranno loro propri e non di coloro de' quali ripeton le dottrine. Le scienze si possono dividere in finali ed istrumentali. Le seconde sono conseguenze delle prime e sono nel tempo istesso piú vicine agli usi della vita: quindi piú difficilmente si obbliano, e l'ignoranza incomincia sempre dalle scienze istrumentali.
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Vitruvio Seneca Plinio Plutarco Lattanzio Agostino
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