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      Dell'antica, i due poemi, che oggi abbiamo sotto il nome di Omero, non ci han conservata che una sola parte. Tutte le altre però erano state cantate egualmente, ed abbiamo conservati i titoli di molti altri poemi, i quali erano egualmente attribuiti ad Omero. I poemi omerici erano presso gli antichi molto piú numerosi che per l'ordinario non si crede. Non potrebbe essere che si chiamassero "omerici" tutt'i poemi i quali cantassero qualche parte della antica mitologia eroica? I dubbi, che si muovono contro l'esistenza di un Omero, unico autor de' poemi che a lui si attribuiscono, vissuto nell'epoca che comunemente gli si dá, sono essi sciolti? Per qual ragione tanti scrittori di etá posteriori davano ai loro poemi il nome di Omero? È da credersi che tutti volessero imposturare, il che né era sempre facile, né era sempre nuovo; ovvero è da credersi che, dando ai loro poemi il titolo di "poemi di Omero", non abbiano inteso dir altro che "poemi omerici", cioè di soggetti omerici? Gl'italiani, e specialmente i pittagorici, han composti moltissimi poemi omerici ed orfici. È probabile ch'essi sieno stati i primi a far conoscere o almeno a render comune in Grecia la cognizione di un Orfeo, il quale era un eroe simbolico. Le favole omeriche sono state cantate in Italia molto tempo prima che in Grecia. Perché de' tanti poemi omerici non ne son rimasti che due soli?
     
     
     
      PARTE TERZA
     
      Il mio scopo in questa terza parte non è quello di dare una cronologia completa della storia d'Italia ne' tempi che han preceduto il quinto secolo di Roma.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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