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      L'etá di Stefano e di Alesside e di Menandro (che dir si può anche nostro, poiché figlio di un padre di Turio) coincide coll'epoca della quale noi parliamo, e non sarebbe la prima volta né che il vincitore alla forza delle armi abbia voluto aggiugner quella del ridicolo, né che la maldicenza, mentendo sempre una falsa specie di libertá, abbia venduta la sua opera al potere. Aggiungi che i costumi si corrompevano di giorno in giorno: qual quadro di maggior corruzione si può imaginare di Taranto nell'epoca de' romani? Que' tarantini potevano essi amare una filosofia severa e tutta fondata sulla morale?
      Tutto dunque tendeva ad estinguere fino all'ultima scintilla della sapienza degli altri tempi, e difatti nell'etá di Cicerone essa era interamente estinta.
      Chi avrebbe conservati i libri degli antichi pittagorici ed eleatici? I libri, prima della invenzione della stampa, costavano molto: le collezioni e le biblioteche eran rare; opere per lo piú de' principi ed uomini grandi, erano piú esposte alle vicende politiche. Il sapere era affidato alle sètte, le quali erano accanite l'una contro l'altra: l'allievo di una setta non possedeva, non leggeva i libri dell'altra: avea molto da fare se leggeva tutt'i libri della setta propria. La setta pittagorica ed eleatica si estinsero. Chi avrebbe conservati i libri loro? Platone e Aristotele, che piú degli altri han resa giustizia alla nostra antica sapienza, amendue fondarono scuole proprie; divennero come due gran serbatoi, da' quali si ricevettero le acque senza curarsi del fonte primitivo.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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