Pagina (654/772)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Se avvien che si conservi qualche libro di storia, è sempre o il piú compendioso, come quei di Cornelio Nipote e di Aurelio Vittore; o il piú abbondante di aneddoti, quali sono que' di Svetonio e Valerio Massimo, perché i barbari voglion sempre piú fatti che ragione; o quelli che sono piú ripieni di meraviglie, perché la facoltá predominante nella mente de' barbari è sempre la fantasia. E se avvien che si salvi in parte qualche libro di storia veridica e severa, come quello di Appiano sulle guerre civili, la parte che se ne perde è appunto quella che è statistica (l'ottavo libro). Si perdono tutt'i libri i quali hanno e sistema e linguaggio proprio. Difatti, escluse le opere di Galeno, piú fortunato degli altri sol perché è stato capo di una setta, quali sono gli altri libri medici conservati? Aforismi, ricettari, medicine domestiche, medicine popolari, le opere pretese d'Ippocrate, quelle di Celso, di Aureliano, di Areteo, di Sereno Samonico; le opere insomma nelle quali eravi minor teoria e che perciò erano piú popolari.
      Tanti accidenti, ed in tutte le parti delle cognizioni umane tante volte ripetuti, diremo forse che sien avvenuti per caso? Ma gli effetti del caso non si ripetono con tanta frequenza e con ragione tanto costante. Ciò, che caratterizza un popolo veramente illuminato, non è giá la somma delle cose che sa o che crede sapere. L'enciclopedia di un popolo ignorante è di poco minore di quella di un popolo colto: quello saprá piú errori, questo piú veritá, ma le somme delle opinioni saranno quasi eguali.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





Cornelio Nipote Aurelio Vittore Svetonio Valerio Massimo Appiano Galeno Ippocrate Celso Aureliano Areteo Sereno Samonico