E da questi non escludo neanche Erodoto. Erodoto era moderno per rispetto ad Omero. Ora un autore, il quale è molto lontano dal fatto che racconta, non altra fede merita che quella la quale viene dalla supposizione che egli abbia potuto saper la cosa dai contemporanei. Se esistono scrittori piú antichi di lui, ed egli è concorde coi medesimi, otterrá il massimo grado di fede. Se non esistono contemporanei, otterrá una fede media, fondata sull'impossibilitá di smentirlo. Non si potrá dire esser vero ciò che egli dice, ma neanche (se non ripugna alla ragione universale) si potrá dire di esser falso. Ma, se questo autore moderno ci parla di una cosa antichissima, sulla quale hanno parlato o scritto molti altri, ed egli né dice le stesse cose né confuta con ragioni ciò che si era detto prima di lui, quest'uomo è come se non avesse scritto. Erodoto è il piú antico scrittore che abbia parlato. Ma' a' tempi di Erodoto eran giá surte moltissime dispute. Ne scioglie una sola? Egli racconta a suo modo: ciascuno racconta al suo. Questo si chiama far leggende e non giá storie.
Da tutto ciò si deduce forse la conseguenza che Omero non abbia esistito? No; ma si può ben dedurre quella che le prove che si hanno della sua esistenza non sono irrefragabili, e che se ne può dubitare senza cader in eresia. Forse ha piú ragione chi non ci crede che chi ci crede.
Eccoci alla seconda opinione: quella di coloro i quali credono che Omero non abbia esistito. Io non addurrò né le ragioni erudite esposte da Aubignac, né le metafisiche e politiche di Vico, le quali sono finora rimaste senza risposta.
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