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      . - Risposta. È un fatto.
      Ma se tutti questi poemi eran opera de' greci istessi, se non aveano veruna eccellenza particolare, che ne raccomandasse alcuno a preferenza degli altri; se i greci non li conservavano per il merito della poesia, ma per la fedeltá della tradizione; come è possibile che lasciassero perir cosí grande ammasso di monumenti interessantissimi, né si prendessero cura di custodir gelosamente senonsé la porzione la piú angusta ed indifferente della loro storia?
      . - Risposta. Fedeltá di tradizione e merito di poesia, secondo me, sono sinonimi. Il grande ammasso è perito per vicende politiche.
      Io non so perché non siesi fatta un'osservazione semplicissima.
      1. Le opere di Omero erano moltissime.
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      NOTA
     
      I
     
      Tre fini si propose il Cuoco nel Platone in Italia(706):
      1. dare, in forma di romanzo epistolare, una ricostruzione storica del pitagorismo o, per esser piú esatti, di quella che egli credeva e chiamava "Italia pitagorica";
      2. innestare al romanzo un'allegoria, ossia, da un lato, delineare per sottintesi o per contrasti un quadro delle condizioni dell'Italia dei suoi tempi e, dall'altro, raffigurare, non soltanto nei personaggi d'invenzione (Cleobolo, Mnesilla, ecc.), ma anche in quelli storici (Archita, Ponzio, ecc.), alcuni suoi contemporanei(707).
      3. propugnare, com'egli stesso confessa(708), talune tesi pseudostoriche, pedagogiche, politiche.
      Opera, come si vede, ibrida quant'altra mai; onde non è da stupire se, malgrado belle pagine descrittive e acute osservazioni storiche, filosofiche e politiche, non raggiungesse nell'insieme né l'arte né la scienza, ma riuscisse piuttosto una raccolta di articoli o di gruppi di articoli, molto simili, per intenti, materia e talora procedimenti letterari, a quei veri e propri articoli, che, contemporaneamente (1804-6), il Cuoco andò inserendo nel Giornale italiano e, piú tardi (1806-15), nel Corriere di Napoli e nel Monitore delle Due Sicilie(709). Perché, dunque, il lettore possa meglio orientarsi, sará utile premettere alla storia esterna del libro qualche parola sulle sue tesi pratiche.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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