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      Il nome, difatti, di "legione" era comune. Ce lo dice lo stesso LIVIO, VIII, I. Se i romani hanno appresa qualche cosa dai sanniti, è probabile che ciò sia avvenuto nel tempo della loro amicizia. Difatti allora avvenne negli ordini romani un cangiamento che si può dir massimo. Né posteriormente abbiam memoria di esserne avvenuto altro; né, nella lunga guerra che i romani ebbero coi sanniti, si fa mai menzione di grandi differenze tra la milizia de' due popoli: cosa, la quale, se vi fosse stata, gli storici non avrebbero tralasciato di avvertire. È da osservarsi ancora che il nostro autore dá ai sanniti anche i trionfi e le ovazioni, ecc. Esse eran istituzioni etrusche, ed in conseguenza è probabile che fossero comuni a tutti li popoli italiani.
      (497) Livio ne attesta che, quando il console Papirio prese Sepino, vi furono 7500 morti e 3000 prigionieri. Questo numero fa supporre una popolazione di circa cinquantamila abitatori.
      (498) Celebre nella storia delle guerre del Sannio è l'assedio di Cominio; piazza nella quale si rinchiusero 15,400 sanniti. In tutta quella lunga guerra si parla sempre di cittá forti e di assedi, il che non avviene quasi mai nella storia greca.
      (499) Lo stesso Livio, che ci dá per ragion della guerra sannitica l'occupazione che i sanniti voleva n fare di Capua, quello stesso Livio ci dice che, quasi un secolo prima, i sanniti aveano occupata Capua e Cuma. È necessitá dunque dire che i sanniti, padroni di Capua, non volessero piú riconoscere la federazione generale.


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Platone in Italia
di Vincenzo Cuoco
Laterza Bari
1928 pagine 772

   





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