(775) "Queste appendici - scrive il Cuoco in uno di quegli abbozzi frammentari - queste appendici, e specialmente la prima, erano in origine piú lunghe. Il resto ha occupato spazio maggiore di quello ch'io credevo, e sono stato costretto a restringerle. Ho trasportato gran parte delle mie osservazioni nelle note ad un'operetta che ho in mente di stampare tra poco. Essa conterrá i frammenti che ho potuti raccogliere di Parmenide, che son tali e tanti che forman quasi intero il celebre poema di questo illustre italiano. Né credo impossibile, con un poco di diligenza, restituir a tali frammenti il nesso e l'ordine che l'autore avea lor dato. In tal modo il lettore avrá sulla filosofia speculativa degli antichi un commento migliore di ogni mia osservazione. Ho tolto quasi tutte le conseguenze e le applicazioni e mi son contentato di stabilire i princípi. Se avessi voluto estendermi in tutte le applicazioni, avrei dovuto fare un'opera immensa".
(776) In un altro abbozzo: "Quest'opera era destinata una volta a servir di appendice al Platone in Italia: la materia è cresciuta di tanto che è stato necessario farne un libro separato". Cfr. del resto presente ediz., II, 267.
(777) Cfr. FAUSTO NICOLINI, Divagazioni omeriche (Firenze, Ariani, 1919), pp. 59, 92.
(778) Scienza nuova seconda, ediz. cit., p. 765.
(779) Scritti vari, II, 268.
(780) Scritti vari, I, 59 sgg.
(781) Biblioteca nazionale di Napoli, Manoscritti, buste segnate XV. F. 97, 98 e 99.
(782) Platone in Italia ecc. ,, Tomo terzo. ,, Milano, 1806. , Presso Gio.
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