Allo stesso modo la scuola antica di Francia, quella per esempio di Montesquieu, non avrebbe applaudito mai alla rivoluzione. Essa rassomigliava all'italiana, perché ambedue rassomigliavan molto alla greca e latina.
In una rivoluzione è necessitá distinguere le operazioni dalle massime. Quelle sono figlie delle circostanze, le quali non sono mai simili presso due popoli; queste sono sempre piú diverse di quelle, perché il numero delle idee è sempre molto maggiore di quello delle operazioni ed, in conseguenza, piú facile la diversitá, piú difficile la rassomiglianza. Non vi è popolo il quale non conti nella sua storia molte rivoluzioni: quando se ne paragonano le operazioni, esse si trovan somiglianti: paragonate le idee e le massime, si trovano sempre diversissime.
Chiunque vede una rivoluzione in uno Stato vicino deve temere o delle operazioni o delle idee. I mezzi per opporsi alle operazioni sono tutti militari: qualunque sieno le idee che due popoli seguono, vincerá quello che saprá meglio far la guerra; e quello la fará meglio, che avrá migliori ordini, piú amor di patria, piú valore e piú disciplina. Il mezzo per opporsi al contagio delle idee (lo dirò io?) non è che un solo: lasciarle conoscere e discutere quanto piú sia possibile. La discussione fará nascere le idee contrarie: è effetto dell'amor proprio: due uomini sono sempre piú concordi al principio della discussione che alla fine. Nate una volta queste massime contrarie, prenderanno il carattere di massime nazionali; accresceranno l'amor della patria, perché quelle nazioni piú ne hanno che piú differiscono dalle altre: accresceranno l'odio contro le nazioni straniere, la fiducia nelle proprie forze, l'energia nazionale; non solamente si eviterá il contagio delle opinioni, ma si riparerá anche alla forza delle operazioni.
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