È sicuro di ottenere in suo favore la pluralitá de' voti un generale il quale vi parli sempre di matematica, geografia, storia, che vi rammenta i nomi antichi di tutt'i sciti, vi enumera tutte le grandi battaglie che gli hanno illustrati ed, a confermar ogni evoluzione che gli vien fatta d'immaginare, vi adduce l'esempio di Eugenio, di Montecuccoli, di Cesare, di Annibale e di Scipione. Il buon senso per altro pare che ci dovrebbe indurre a diffidare dei piani di campagna troppo eruditi: essi per necessitá son troppo noti anche all'inimico, ed in conseguenza inutili. Tutto il vero segreto della guerra, dice Macchiavelli, consiste in due cose: fare tutto ciò che l'inimico non può sospettar che tu faccia, lasciargli fare tutto ciò che tu hai previsto che egli voglia fare: col primo precetto renderai inutile ogni sua difesa, col secondo ogni offesa. Questi capitani soverchiamente sistematici hanno anche un altro difetto, ed è quello di dar un nesso, una concatenazione troppo stretta alle loro idee: si mandano il loro piano a memoria e, se avviene che una volta la fortuna della guerra lo tocchi, rassomigliano i fanciulli che han perduto il filo della loro lezione e son costretti ad arrestarsi. Vuoi conoscere a segni infallibili uno di questi capitani? Soffre pochissimo la contraddizione ed i consigli altrui: il criterio della veritá è per lui, non giá la concordanza tra le sue idee e le cose, ma bensí tra le sue idee medesime. Prima dell'azione sono audacissimi, timidissimi dopo l'azione: audacissimi, perché non pensano che le cose possan esser diverse dalle idee loro; timidissimi, perché, non avendo prevista questa diversitá, non vi si trovan preparati.
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Eugenio Montecuccoli Cesare Annibale Scipione Macchiavelli
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