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      La forza autorizza molte cose che la ragione non deve ordinare, ed il popolo stesso ama di veder approvati molti trascorsi che fremerebbe vedendo comandati.
      La discussione del progetto di legge fu interessante. Le due parti contendenti seguivano opinioni diverse, secondo i loro diversi interessi; i princípi erano opposti, e, come suole avvenire allorché si va agli estremi, né sempre veri né sempre atti alla quistione.
      I feudatari credevano che la conquista potesse essere un diritto; i repubblicani la credevano sempre una forza, e, quando anche avesse potuto diventar diritto, dicevano che, se un tempo i baroni aveano conquistata la nazione, ora la nazione avea conquistati i baroni: una nuova conquista potea spogliare gli usurpatori nel modo stesso e collo stesso diritto con cui essi spogliato aveano altri usurpatori piú antichi.
      I feudatari credevano legittimi tutti i titoli che dipendevano dall'antico governo, che essi riputavano del pari legittimo: i patrioti credevano illegittimo tutto ciò che non era stato fatto da una repubblica. Se si udivano i feudatari, tutto dovea conservarsi; se si udivano i patrioti, tutto dovea distruggersi, poiché, dichiarato una volta illegittimo un governo, non vi era ragione per cui parte dei suoi atti si dovesse abolire e parte conservare.
      Questo era lo stesso che far la causa degli usurpatori e dei governi e non dell'umanitá e della nazione, che eran tradite per soverchio zelo dai loro stessi difensori. Oggi si dice: - Un re non potea far questo; - domani un re avrebbe detto: - Questo non si potea far da una repubblica.


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270