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      Invece di ciò, si videro dipartimenti che s'incrociavano, che si tagliavano a vicenda; una terra, che era poche miglia discosta dalla centrale di un dipartimento, apparteneva ad un'altra da cui era lontana cento miglia; le popolazioni della Puglia si videro appartenere agli Apruzzi; le centrali non furono al centro, ma alle circonferenze; alcuni cantoni non aveano popolazione, mentre moltissimi ne aveano soverchia, perché sulla carta si vedevano notati i nomi dei paesi e non le loro qualitá. Si vuol di piú? Molte centrali di cantoni non erano terre abitate, ma o monti o valli o chiese rurali, ecc. ecc., che aveano un nome sulle carte; molte terre, avendo un doppio nome, si videro appartenere a due cantoni diversi.
      Dopo un mese, il governo, che non avea potuto impedire l'opera del cittadino Bassal, la dovette solennemente abolire, e fu necessitá ricorrere a quel metodo col quale avrebbe dovuto incominciare, cioè d'incaricare di un'opera geografica i geografi nostri. Frattanto si comandò che si conservasse l'antica divisione delle province, la quale, sebbene difettosa, era però tollerabile. Ma intanto si crede forsi picciolo male che il governo (poiché il popolo non conosceva né era obbligato a conoscere Bassal), con ordini male immaginati, ineseguibili, strani, perda nell'animo della popolazione quella opinione di saviezza che sola può ispirare la confidenza?
     
      XXXI
     
      ORGANIZZAZIONE DELLE PROVINCE
     
      Forse il miglior metodo per organizzare le province era quello di far uso delle autoritá costituite che giá vi erano.


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





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