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      Questa parola «popolo», in tutt'i luoghi ed in tutt'i tempi, altro non dinota che quattro, tre, due e talvolta una sola persona, che, per le sue virtú, pe' suoi talenti, per le sue maniere, dispone degli animi di una popolazione intera: se non si guadagnano costoro, invano si pretende guadagnare il popolo, e non senza pericolo talora uno si lusinga di averlo guadagnato.
      Dopo qualche tempo i collegi elettorali furono aboliti; ma non si restituí l'antico diritto alle popolazioni. Si credette male degli uomini il male che nasceva dalle cose. S'inviarono de' commissari organizzatori, cui si diedero tutte le facoltá del corpo elettorale; si commise ad un solo quel diritto che prima almeno esercitavano sei; e, con ciò, l'esercizio, sebbene fosse piú giusto, parve piú tirannico e piú capriccioso. Diverso sarebbe stato il giudizio del popolo, se questi commissari fossero stati inviati prima. La loro istituzione era piú conforme alla natura, alle antiche idee de' popoli, ai bisogni della rivoluzione.
     
      XXXV
     
      MANCANZA DI COMUNICAZIONE
     
      Ma il governo, mentre si occupava della organizzazione apparente, trascurava o, per dir meglio, era costretto a trascurare, la parte piú essenziale dell'organizzazione vera, che consiste nel mantener libera la comunicazione tra le diverse parti di una nazione. Sarebbe stato inescusabile il governo, se questa trascuratezza fosse stata volontaria; ma essa era una conseguenza inevitabile della scarsezza e della non buona direzione delle forze. Se poca forza, ben ripartita, la quale avesse agito continuamente sopra tutt'i punti, o almeno sopra i punti principali, sarebbe stata bastante a prevenire, ad impedire, a togliere ogni male; molta, che agiva per masse e per momenti in un punto solo, non potea produrre che un debole effetto e passeggiero.


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Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270