XLIII
RICHIAMO DE' FRANCESI
Ma eccoci alfine ai giorni infelici della nostra repubblica: i mali da tanto tempo trascurati, ormai ingigantiti, ci soverchiano e minacciano di opprimerci. Le Calabrie si erano interamente perdute, e gl'insorgenti delle Calabrie comunicavano di giá cogl'insorgenti di Salerno e di Cetara e si stendevano fino a Castellamare. Questa stessa cittá fu occupata dagl'inglesi, e si vide la bandiera dei superbi britanni sventolar vincitrice in faccia della stessa capitale.
I francesi ripresero Castellamare e Salerno; Cetara fu distrutta. Ma, pochi giorni dopo, i francesi furon costretti ad abbandonare il territorio napolitano, richiamati nell'Italia superiore; e, sebbene tentassero colorire con pomposi proclami la loro ritirata, gl'insorgenti ben ne compresero il motivo e ne trassero audacia maggiore. Salerno fu di nuovo occupata: a Castellamare s'inviň da Napoli una forte guarnigione, la quale perň fu ridotta a dover difendere la sola cittá, quasi assediata dalle insorgenze che la circondavano.
Magdonald, partendo, lasciň una guarnigione di settecento uomini in Sant'Elmo; circa duemila rimasero a difender Capua, e quasi altri settecento in Gaeta. Egli avea promesso lasciar una forte colonna mobile; ma questa poi in effetti altro non fu che una debole colonna di quattrocento uomini, i quali, distaccati dalla guernigione di Capua, venivano a Sant'Elmo, donde altri quattrocento uomini partivano alternativamente per Capua.
Questa forza sarebbe stata superflua presso di noi, se da principio ci fosse stato permesso di organizzar la forza nazionale.
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