Pagina (217/270)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Prima parte però di ogni piano avrebbe dovuto esser quella di far presto.
      Si disse al ministro che avesse occupata Ariano, e non curò di farlo; se gli disse che avesse occupata Monteforte, e non curò di farlo. Manthoné credeva che il nemico non fosse da temersi. Fino agli ultimi momenti ei lusingò se stesso ed il governo: credeva che i russi, i quali erano sbarcati in Puglia, non fossero veramente russi, ma galeoti che il re di Napoli avea spediti abbigliati alla russa. Gl'insorgenti erano giá alla Torre, lo stesso Ruffo co' suoi calabresi era in Nola, Micheroux co' russi era al Cardinale, Aversa era insorta ed aveva rotta ogni comunicazione tra Napoli e Capua; ed il ministro della guerra, a cui tutto ciò si riferiva, rispondeva non esser altro che pochi briganti, i quali non avrebbero ardito di attaccar la capitale. Quale stranezza! Una centrale immensa, aperta da tutt'i lati, il di cui popolo vi è nemico, a cui dopo un giorno si toglie l'acqua e dopo due giorni il pane!...
     
      XLVII
     
      DISFATTA DI MARIGLIANO
     
      Ma chi potea smuovere il ministro della guerra dall'idea di difendere la repubblica nella centrale? Egli volle anche difenderla in un modo tutto suo. Non impiegò se non picciolissime forze, le quali, se prima sarebbero state bastanti ad impedire che l'insorgenza nascesse, non erano poi sufficienti a combatterla.
      Egli avea fatto credere al governo ed alla nazione che potea disporre di ottomila uomini di truppe di linea; ma questa colonna, colla quale si avrebbe potuto formare un campo per difendere Napoli, non si vide mai intera.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





Ariano Monteforte Puglia Napoli Torre Ruffo Nola Micheroux Cardinale Aversa Napoli Capua Napoli