Quando Silla fece scannare seimila sanniti, disse al senato, allarmato da' gemiti e dalle grida di quest'infelici: - Ponete mente agli affari: son pochi sediziosetti che si correggono per ordine mio. - Silla era piú grande e forse anche men crudele.
Se coloro che consigliavano il re gli avessero parlato il linguaggio della saviezza e gli avessero fatto scrivere un editto, in cui si fosse ai popoli parlato cosí: «Coloro i quali han seguíto il partito della repubblica, ora che questo partito è caduto, han pensato di aver bisogno di una capitolazione per la loro salvezza. Se essi avessero conosciuto il mio cuore, avrebbero compreso che questa capitolazione era superflua. Questo errore è stato la causa di tutt'i loro traviamenti. Obblio tutto. Possano cessare tutt'i partiti e riunirsi a me per il vero bene della patria! Possa questa generositá far loro comprendere il mio cuore e rendermi degno del loro amore! Possano le tante vicende e le tante sventure sofferte renderli piú saggi! Se, ad onta di tutto ciò, vi è taluno a cui il nuovo ordine di cose non piaccia, siagli permesso partire. Ma, o che parta o che resti, i suoi beni, la sua persona, la sua famiglia saranno intatte, ed in me non troverá che un padre»; in quel momento,... momento forsi di disinganno... un proclama di questa natura avrebbe riuniti tutti gli animi. La nazione non sarebbe stata distrutta da una guerra civile;... l'amor del popolo avrebbe prodotta la sicurezza del re e la forza del Regno...
Se oggi il regno di Napoli si trova diviso, desolato, pieno di odii intestini, quasi sul punto di sciogliersi, perché il re non dice ai suoi ministri e suoi consiglieri: - Voi siete stati tanti traditori! voi colpate alla mia rovina!
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