Pagina (241/270)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - Vile schiavo! - risponde Palomba - io non ho saputo comprar mai la vita coll'infamia. -
      - Io ti manderò a morte - diceva Speziale a Velasco. - Tu?... Io morirò, ma tu non mi ci manderai. - Cosí dicendo, misura coll'occhio l'altezza di una finestra che era nella stanza del giudice, vi si slancia sotto i suoi occhi, e lascia lo scellerato sbalordito alla vista di tanto coraggio ed indispettito per aver perduto la vittima sua.
      Ma, se vi vuole del coraggio per darsi la morte, non se ne richiede uno minore per non darsela, quando si è certo di averla da altri. A Baffa(70), giá certo del suo destino, fu offerto dell'oppio. Egli lo ricusò; e, morendo, dimostrò che non l'avea ricusato per viltá. Era egli, al pari di Socrate, persuaso che l'uomo sia posto in questo mondo come un soldato in fazione e che sia delitto l'abbandonar la vita, non altrimenti che lo sarebbe l'abbandonare il posto.
      Questo sangue freddo, tanto superiore allo stesso coraggio, giunse all'estremo nella persona di Grimaldi. Era giá condannato a morte; era stato trattenuto dopo la condanna piú di un mese tra' ferri; finalmente l'ora fatale arriva: di notte, una compagnia di russi ed un'altra di soldati napolitani lo trasportano dalla custodia al luogo dell'esecuzione. Egli ha il coraggio di svincolarsi dalle guardie; si difende da tutti i soldati, si libera, si salva. La truppa lo insiegue invano per quasi un miglio; né lo avrebbe al certo raggiunto, se, invece di fuggire, non avesse creduto miglior consiglio nascondersi in una casa, di cui trovò la porta aperta.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





Palomba Speziale Velasco Baffa Socrate Grimaldi