Giunto al luogo del supplizio, parlò lungamente con un tuono di voce e con un calore di sentimento, il quale ben mostrava che la morte potea distruggerlo, non mai però il suo aspetto poteva avvilirlo. Quasi cinque mesi dopo, ho inteso raccontarmi il suo discorso dagli uffiziali che vi assistevano, con quella forte impressione che gli spiriti sublimi lascian perpetua in noi, e con quella specie di dispetto con cui gli spiriti vili risentono le irresistibili impressioni degli spiriti troppo sublimi... Oh! se la tua ombra si aggira ancora intorno a coloro che ti furono cari, rimira me, fin dalla piú tenera nostra adolescenza tuo amico, che piango, non te (a te che servirebbe il pianto?), ma la patria per cui inutilmente tu sei morto.
Federici Francesco. Era maresciallo in tempo del re; fu generale in tempo della repubblica. Il ministro di guerra lo rese inutile, mentre avrebbe potuto esser utilissimo. La stessa ragione lo avea reso inutile in tempo del re. Egli sapeva profondamente l'arte della guerra; ma insieme coll'arte della guerra egli sapeva mille altre cose, che per lo piú ignorano coloro che sanno l'arte della guerra. Il suo coraggio nel punto della morte fu sorprendente.
Scotti Marcello. È difficile immaginare un cuore piú evangelico. Egli era l'autore del Catechismo nautico, opera destinata all'istruzione de' marinai dell'isola di Procida, sua patria, che meriterebbe di esser universale. Nella disputa sulla «chinea» scrisse, sebben senza suo nome, l'opera della Monarchia papale, di cui non si era veduta l'eguale dopo Sarpi e Giannone.
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