Pagina (256/270)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      (27) Per questa espressione non s'intende indicare se non due classi di persone: la prima, di coloro che volevano piú un cangiamento che un buon cangiamento; la seconda, di coloro che credevano doversi imitare in tutto la Francia, anche in quello che non poteva e non doveva, per le differenze che vi erano tra le due nazioni, imitarsi. La prima era la classe de' furbi, la seconda de' fantastici. Non s'intende al certo parlare di quel ragionevole attaccamento che anche gli uomini dabbene doveano provare per quella nazione trionfatrice, da cui allora dipendeva la felicitá della patria. Ma il nobile attaccamento di costoro onorava ambedue le nazioni, mentre il vile o sciocco partegianismo de' primi era indegno e della nazione liberata e della liberatrice.
      (28) «Patriota». Che è mai un «patriota»? Questo nome dovrebbe indicare un uomo che ama la patria. Nel decennio scorso esso era sinonimo di «repubblicano»; ben inteso però che non tutti i repubblicani eran patrioti.
      (29) Il fondo delle maniere e de' costumi di un popolo in origine è sempre barbaro, ma la moltiplicazione degli uomini, il tempo, le cure de' sapienti possono egualmente raddolcire ogni costume, incivilire ogni maniera. Il dialetto pugliese, per esempio, che fu il primo a scriversi in Italia, era atto, al pari del toscano, a divenir colto e gentile: se non lo è divenuto, è colpa de' nostri, che lo hanno abbandonato per seguire il toscano. Noi ammiriamo le maniere degli esteri, senza riflettere che questa ammirazione appunto ha recato pregiudizio alle nostre: esse sarebbero state eguali, e forse superiori a quelle degli esteri, se le avremmo coltivate.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
di Vincenzo Cuoco
pagine 270

   





Francia Italia