(57) Mammone Gaetano, prima molinaio, indi generale in capo dell'insorgenza di Sora, è un mostro orribile, di cui difficilmente si ritrova l'eguale. In due mesi di comando, in poca estensione di paese, ha fatto fucilar trecentocinquanta infelici; oltre del doppio forse uccisi dai suoi satelliti. Non si parla de' saccheggi, delle violenze, degl'incendi; non si parla delle carceri orribili nelle quali gittava gl'infelici che cadevano nelle sue mani, non de' nuovi generi di morte dalla sua crudeltá inventati. Ha rinnovate le invenzioni di Procuste, di Mezenzio... Il suo desiderio di sangue umano era tale, che si beveva tutto quello che usciva dagl'infelici che faceva scannare. Chi scrive lo ha veduto egli stesso beversi il sangue suo dopo essersi salassato, e cercar con aviditá quello degli altri salassati che erano con lui. Pranzava avendo a tavola qualche testa ancora grondante di sangue; beveva in un cranio... A questi mostri scriveva Ferdinando da Sicilia: «mio generale e mio amico».
(58) Quest'uomo ai creduli abitanti delle Calabrie si fece creder papa. Il cardinale Zurolo, arcivescovo di Napoli, ebbe il coraggio di anatemizzarlo.
(59) Le notizie dell'insurrezione della provincia di Lecce e delle operazioni dei còrsi mi sono state comunicate dal mio amico Giovanni Battista Gagliardo, il quale fu principal parte di tutto ciò che avvenne in Taranto. Le memorie, ch'egli ha scritte sopra gli accidenti della rivoluzione della sua patria, sono importanti. Io ho lette molte memorie simili.
| |
Mammone Gaetano Sora Procuste Mezenzio Ferdinando Sicilia Calabrie Zurolo Napoli Lecce Giovanni Battista Gagliardo Taranto
|