AVVERTENZA
Serbo a questo scritto la forma che ebbe quando la sera del 18 maggio 1874 ne feci lettura al Circolo Filologico di Firenze, aggiungendovi però qua e là alcuni brani che, per amore di brevità, furono allora intralasciati, e relegando nelle annotazioni tutta quella parte di erudizione e di corredo bibliografico, che parmi possa conferire al discorso pregio scientifico, senza alterare essenzialmente l'indole del lavoro.
I PRECURSORI DI DANTE
Quell'amplissimo ciclo di Leggende che ha per forma la Visione e per argomento il destino dell'uomo dopo la morte, fu, durante l'età media, generato da una viva e comune preoccupazione degli animi e delle fantasie. Come indizio di continua e persistente sollecitudine, come spiegazione, rinnovata sempre e non mai pienamente accolta, del gran mistero proposto dalla religione insieme e dalla morale, le visioni potrebbero già, di per sè stesse, offrire degno argomento di studio, a chi stimi utilmente speso il tempo nel ricercare ciò che a molte anteriori generazioni fu oggetto di meditazione assidua, fonte di soavi speranze o di tetre paure, termine di fede schietta ed ardente. Ma, per noi Italiani, coteste leggende hanno più particolare importanza, a causa delle relazioni in che si trovano col maggior nostro poema. Or sarà egli superfluo, pensava io accettando l'onorevole invito che mi veniva fatto, e cercando in mente il tema che, più conforme ai miei studj, potesse non riuscirvi discaro, sarà egli superfluo, parrà anzi quasi un abusare dell'altrui pazienza, questo tornare ancora una volta a discorrer di Dante?
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