Un rigido sentimento di giustizia, un profondo concetto dei compensi dovuti all'uomo che ha sofferto in vita i capricci della fortuna, detta a Cristo la sentenza che il regno dei cieli è pei poveri di spirito, e che sarà più facile ad un camello passare per la cruna di un ago, che ad un ricco entrare nel regno di Dio, ed anima la nota parabola del ricco epulone e di Lazzaro mendico25. Cristo apre il regno dei cieli ai giusti, e discende all'Inferno a tôrne le anime dei patriarchi, rompendo le porte e le sbarre che invano gli si oppongono26. Poi, al Paradiso e all'Inferno si aggiungono il Purgatorio e il Limbo: s. Dionigi determina il numero e la gerarchia delle schiere degli angeli27: indi si ordinano, per contrapposto, le legioni dei diavoli28: e degli uni e degli altri si sanno i nomi, de' principali almeno. I Mistici e i Teologi non lasciano così se non ben poco d'ignoto rispetto ai regni eterni; e a compier l'opera sopravvengono i Taumaturghi e i Visionarj, continuando per lunga età l'opera cominciata dal rapito di Patmo.
S. Grisostomo ebbe a dire che se qualcuno tornasse dai regni della morte, ogni suo racconto sarebbe creduto29; e molti infatti dissero di esservi andati, e le loro narrazioni ottennero fede presso i contemporanei. E tale sempre crescente produzione di visioni facilmente s'intende, considerata la natura di quell'età, in che il taumaturgo diveniva oggetto di terrifica ammirazione e di santa invidia, e il privilegio avuto lo rendeva venerabile al volgo, temibile ai possenti e ai malvagi.
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