Essi cantano le lodi di Dio, e sono angeli per tutta la settimana; ma la Domenica sentono rinascersi le bianche piume sul dorso. Navigando più oltre, il nuovo Ulisse giunge ad altra isola della quale vedonsi da lunge le ardenti fucine, e odonsi i colpi dei pesanti martelli, che, come quelli dei ciclòpi omerici, battono incessanti sulle incudini. È questa l'isola dell'Inferno, ove i diavoli giorno e notte tormentano le anime, che gridano sotto le percosse dei ferri spietati. I viaggiatori non osano, spaventati dai fieri abitatori e dall'orrore dei tormenti, approdare all'isola; ma, allontanandosene, trovano in uno scoglio deserto un uomo villoso e deforme; e qui abbiamo il solo notevole episodio della leggenda.
Questi è Giuda Scariotte, il traditore del maestro ed amico, sul capo del quale la immaginazione popolare ha aggravato, come su quello di Edipo, le maledizioni di parricida e di incestuoso75, ma cui la misericordia divina concede di aver requie dai tormenti ogni domenica, più il Natale e le feste di Maria, e su codesto scoglio, sebbene divorato da un'intima fiamma, gli par d'essere in Paradiso76. Così l'infinita pietà discende mitigatrice sul massimo dei peccatori, e con questo esempio fa chiaro come niuno debba mai disperarsi di conseguirla. Ma qui lasceremo andare i monaci al loro viaggio, che s'intreccia di maraviglie naturali e soprannaturali, finchè, visitata la terra di ripromissione e il Paradiso delle delizie, ritornano al loro monastero nella verde Erina.
E in Irlanda e nei cenobj dell'isola devota siamo sempre colla Leggenda di Tundalo77. Di costui narrasi che, vivesse nel 1149, e fosse vizioso e violento, come il Tespesio di Plutarco, e al pari di lui morisse di morte subitanea.
| |
Dio Domenica Ulisse Inferno Giuda Scariotte Edipo Natale Maria Paradiso Paradiso Erina Irlanda Leggenda Tundalo Tespesio Plutarco
|