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      Seguendo le vicissitudini della Chiesa, dal momento che essa divenne un potere umano, e alla direzione delle anime volle unire il governo della civile società, la visione diviene arma dei vescovi contro i principi, e via via dei monaci contro i vescovi97, e degli ordini religiosi l'un contro l'altro98. Allora gli abissi si popolano di coloro che peccarono anzichè contro Dio, contro il pontefice o il presule; e nel paradiso abbondano, più che i confessori ed i martiri, coloro che arricchirono il clero, e ne furono devoti e mansueti servitori.
      Uno dei più antichi esempj di queste visioni, nelle quali vediamo menzionati per nome, ad ammonimento o pena, i potenti della terra, si è quel passo del Dialogo di s. Gregorio in che si narra che un monaco dell'isola di Lipari, il giorno in che Teodorico moriva in Ravenna, vide volar per l'aria tre anime. Legato e scalzo, il signore d'Italia era trascinato da Giovanni papa e da Simmaco patrizio, da lui già perseguitati e fatti uccidere, e gettato entro la bocca del vulcano. Or non si direbbe che questa leggenda sia quasi la postuma vendetta dell'uomo romano e del cristiano ortodosso, contro il re barbaro e l'eretico seguace di Ario99?
      Ma il tempo nel quale questa specie di visioni si fa più frequente ed ha maggiore efficacia, è quello tenebrosissimo del feudalismo carolingio: tempo nel quale fu portato al massimo fastigio la preponderanza del clero sull'autorità laica. E un primo notevole caso è quello narrato da Incmaro, arcivescovo di Reims100, il quale in una lettera al clero e ai fedeli della sua diocesi, riferisce una visione avuta dal suo vassallo Bernoldo.


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I precursori di Dante
di Alessandro D'Ancona
Arnaldo Forni
1874 pagine 50

   





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