Attorno a questa bandiera sventolata allora da molti, fra cui Bakunin, Malatesta e Cafiero, operai, intellettuali, poeti ed artisti si addensano sempre più di giorno in giorno; e come per incanto, le sorgono attorno coloro, che stanno ai nostri teorici nel rapporto in cui Orsini, Oberdan, Agesilao Milano, stanno con Mazzini e Cattaneo: Di franchi tiratori della rivolta, che attaccano il nemico agli avamposti e si dissolvono, col loro olocausto, in una cascata meravigliosa di luce.
Su tutti, su tutti passa a ondate, con fremiti e sussulti di commozione, il canto del poeta:
E noi vogliamo ascendere su per l'aspro sentieroin alto, in alto, in alto, col cuore e col pensiero,
e lassù dove l'Aquila sopra le nubi imperapiantar vogliamo l'asta de la nostra bandiera.
Questa insegna dei buoni, dei forti, dei veggenti,
sarà sfida alle folgori ed al furor dei venti;
e intorno a lei, solenni sul vertice supremo,
noi, salutando il sole che si leva, morremo.
E morremo felici.
VI
L'Anarchia non è, dunque, utopia. Essa è allo stato di aspirazione nel fondo dell'animo umano. Essa si rivela nel perpetuo moto che è sorgente e scopo della vita stessa. Quel continuo travaglio interiore, quel costante bisogno di ricerca, di lotta e di sogno, che agita l'individuo, nell'insofferenza del presente, in uno sforzo perenne di superamento e di liberazione, è legge eterna della vita, eterna aspirazione all'Anarchia. Poeti, artisti, letterati, hanno sempre avvertito il suo palpito, il suo respiro, nelle visioni e nelle lotte dell'opera loro: essi hanno demolito qualcosa di ciò che l'Anarchia vuol demolire; hanno portato chi una pietra, chi un marmo, chi un mosaico all'edificio che essa va pazientemente costruendo.
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