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      Le leggi in materia d'opere di genio non sono fatte che per gli autori di minore sfera, le cui mancan[XI]ze risaltano tostamente all'occhio, non potendo eglino rapire a se la mente de' lettori, ed il cui merito appunto non consiste che nell'osservanza delle leggi medesime.
      Di quanto io dico forse interamente non converranno coloro, i quali conoscono questo Poema per mezzo della traduzione francese in prosa del Cittadino Deleuze. Il prezzo di quest'opera fu già laconicamente fatto conoscere al pubblico dal mio celebre maestro e caro amico, il Professore Rasori, in una sua nota alla Zoonomia di Darwin; ed ha egli così risparmiato a me il dispiacere d'alzar voci di biasimo e di sdegno.
      Qual poi accoglienza possa ottenere la traduzione, che ora presento io all'Italia, e quale merito abbia lasciato, quale tolto all'originale, è rimesso alla discretezza ed al giudizio de' miei lettori. Quelli i quali, versati nella lingua inglese, potranno confrontare i miei versi coll'originale, s'accorgeranno della mia fedeltà, che non è però abbietta schiavitù; imperocchè ora sonomi preso l'arbitrio, ove le leggi del metro mi vi astrinsero, di sopprimere alcun epiteto meno importante, o di aggiungere un riempitivo; ora ho modificate espressioni, ove queste mi parvero urtare contro la schifa indole della nostra lingua; ed ora, ove mi parve opportuno, ho inserito, benchè di rado, alcuna breve immagine di mia propria fantasia. Un altro arbitrio infine, che [XII] mi sono usurpato, si è d'aver in qualche circostanza uniti insieme, per via d'alcun picciolo nodo, alcuni tratti, che a prima giunta poteano sembrare disparati.


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Gli amori delle piante
di Erasmus Darwin
Pirotta e Maspero Milano
1805 pagine 266

   





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