Argentee farfallette. Le dipinteSfingi raccolgan l'aureo-occhiute piume,
Curvin le lunghe antenne, e de le trombeSvolgan le spire; sovra la verzura
Brilli la vispa luccioletta; Aracne
Lunghesso i tesi stami suoi discenda;
Anco le tarde chiocciole cornuteSdrucciolin quivi co'smaltati nicchj;
E voi, Ninfe-Api, da' cerosi faviIntento orecchio a' canti miei prestate.
O BOTANICA MUSA! O tu che Scorto
Hai coll'aerea man l'illustre Sveco
Luce del secol nostro, e, visitandoSeco le valli rugiadose e gli erti
Monti e le selve e i sinuosi lidi,
Svelasti a gli occhi suoi ad uno ad unoI tesòr del tuo regno ed i misteri;
Deh! narra a me quante sovr'ogni fogliaPiccole Grazie si raccolgon, quanti
D'un fiore in sen folleggiano Piaceri,
E quanti infine Amor-insetti libransiSu leggerissim'ale di farfalla,
[4] Le punte aguzzan de gli aculei, e scoccanoFulgidi strali da l'elastic'arco.
Primiera s'offre l' alta CANNA; al cieloErge il capo ricciuto, e la man stende
All'invocata nuzïal catenaChe a l'amante l'annoda. Ahi savia coppia!
Nata in suolo più mite il crudo temeSoffio de l'autunnal brinata aurora!
Ma il buon consorte piega la vermigliaVeste a la Bella abbrividita intorno,
E timorosa se la stringe al Petto.
CALLITRICE gentil! ve' come acceseDa' tuoi occhi stellati e dal raggiante
Volume del bel crin, tra lor contendonsiDue Verginelle del tuo cor l'impero!
Su verde sponda il giovinetto asside,
E, lavando nel rìo le sparse trecce,
Mira la bella immagine dipingereL'onda fuggente, nè il rapito ciglio
Più ritorce dal liquido cristallo.
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