Il giovin cor. Se la volubil ninfaDal sen tragge un sospiro, essi concordi
Gemono pur; s'ella sorride, tostoCon rival gioja a lei struggonsi intorno.
Così fremer soleano, Eolia cetra,
Di soave armonia tue corde affiniAll'unisono tese; or da le blande
Ali d'estivo ventolino scosseRomoreggiavan d'un tal mesto suono
Che in tenera cadenza si perdea;
Or da robusta agile man vibrateFean gl'inni risuonar sacri a gli Dei.
LYCHNI gentil! d'esser con te seguaciDe la casta Diana un dì fean voto
Cinque ninfe sorelle. Ahi voto inane!
Sotto un tetto medesmo albergan secoLe verginette; pur da lui lontano
Schive torcono il piè, sdegnando altereLa mano che lor offre: ma sì tosto
[9] Come l'ore più dolci agitan l'auraColle tiepide piume, e lieto maggio
Al redivivo Amor l'arpa consacra,
Le Belle lascivette in vista adorneDi tutte grazie, da la rosea gota
Scuotono rugiadose argentee stille,
E, succinte offerendosi in leggiadraVeste negletta, con rival lusinga
Chiamansi al sen lo stupefatto amante.
Quando a la bella GLORIOSA il crineIntrecciavano l'ore giovinette
Col bianco giglio e il bottoncin di rosa,
L'orgogliosetta dietro ad ogni passoTre si adducea scelti pastor, da' suoi
Virginei lacci incatenati il core.
Che più? Non meno allor ch'invido il TempoLe deturpò di senil ruga il volto
E sul capo le sparse argentee brine,
Tre si veggono ancor nuovi garzoniA fianco sospirarle, e quel che avanza
Allegrar de' suoi giorni, ahi de l'astutaSua tarda etade vittime sedotte!
Tal sul pendìo de la beltà, fu vistaNinon mal cauta con fatal sorriso
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Eolia Diana Amor Belle
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