Ardere il figlio: lasso! e' non sapea[10] D'esserle figlio. - Tra i focosi nodi
De le sue braccia avvinta, ella il respinseCon le palme, e "Garzon, sclamò, t'arresta,
Temerario garzon spegni una fiammaEmpia nefanda!... Tu... da questo fianco,
Tu vita avesti; queste piume istesseT'accolsero nascente; il vital sugo
La prima volta questo sen ti porse."
A tali note il giovine, qual uomoAll'aspetto di morte, s'arretrò.
Attonito, confuso, in lei fremendoI truci affisse ardenti lumi; cadde
Sopra i ginocchi, le convulse bracciaProtese incerto, ed un reo sguardo ancora
Lanciò di furto sul materno letto.
Mordendo allora le tremanti labbiaE mormorando non intesi accenti,
La pallida alzò al ciel fronte pentita.
Dunque; ahi dunque!
egli grida; e furibondo,
Sul brando rovesciandosi, la vitaIn uno tronca e il mal concetto amore.
La ria SILENE e le due belle suore,
Nate a la strage, ognor tendono agguatiSparsi di vischio. Dieci Bravi audaci
A le putte sfrontate offron lor mano,
E in volto arcigni vegliano custodi[11] De la magica pania. - Ite, fuggite,
Lungi fuggite, popoli lucentiCittadini dell'etra! Se con molli
Parolette e co' cenni e co' sorrisiE col finto pudor l'empie Sirene
V'adescano a la rete, ahi tosto in ceppiStretti e invischiati, scuotervi dibattervi
Arrotar l'ago stridere coll'ale,
Tutto per voi fia vano! Ite fuggite,
Ed i compagni o gl'infantili sciamiLungi traete, nè di sugger mai
Disìo vi prenda il nettare soaveAhi compro ognora di vostr'alme a prezzo!
Allor che nubi raggruppate ingombranoL'alta volta del ciel, fugge AMARILLI
| |
Bravi Sirene
|