Lascianla svolazzar giuoco de' venti.
E cinque garzonetti innamorati,
Obbedïenti attendono l'imperoDel soave accennar di sue pupille.
Quand'ella in atto grazïosa inchinaIl niveo collo, d'adamanti un serto
Su la sua fronte tremolar si vede:
Come si volge, irradïando splendeL'argenteo alone; ed ove un passo muova
Di vivace fulgore escon scintille.
La vezzosetta LONICÈRA stampaSu la campagna rugiadosa l'orme
[17] Di più vivace porpora abbellendoL'alba rosata: a le ronchiose valli
S'aggira intorno ed a le ombrate balze,
Via profumando i zefiretti estiviD'alito più fragrante. Atti cortesi,
Vezzi nativi, e libere maniere,
Dolce in lei fanno a l'occhio altrui lusinga;
Ne sorride la ninfa, e, tra le bracciaIl fertile stringendo olenio corno,
Riguarda e passa; ma d'amor feritiCinque a lei fansi pastorelli intorno,
Che solleciti in pria con occhio obbliquoVeglian l'aureo tesoro, audaci infine
Le svelano la fiamma, onde son'arsi.
Dove l'eccelso Teneriffe estolleL'azzurra vetta, a l' aquile compagna
Fabbrica il nido la superba DRABASovra scabri pendente antri agghiacciati,
Ch'apronsi intorno dove un dì Vulcano
La montagna minò. Di seder vaghiA lei vicino, e favellarle amore
Quattro illustri garzon, cui dietro segueGiovin coppia di servi, ascendon queste
Irsute balze: tra' cadenti raggiAppàr la Bella grandeggiando, e l'alta
Ombra ne ondeggia su lontane rive.
[18] Oh! dell'aer lucente abitatriceT'arresta; scendi, ambizïosa VISCA
Da gli angelici tuoi voli sublimi.
L'imo sdegnando sordido terrenoAlto ella s'erge, l'albeggiante piuma
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Teneriffe Vulcano Bella
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