Albergo aveva la gentil TREMELLA,
[28] E la propria godea scherzosa immagoMirar pinta nell'onda. Ma sì tosto
Come d'amore i palpiti conobbe,
N'andò raminga, ed a le scabre rupi,
A le valli romite, agli antri, ai boschiRipeteva in suo stile i dolci affanni
Di sue fiamme segrete. -" Ohimè t'arrestaRitorna! " lungo l'eccheggianti rive
Le Najadi esclamâro in suon di doglia.
Ella non riede più. - Cinta di nubiLa bieca Notte increspa intanto il ciglio,
Ed Euro furïando alza e convolgeNembi di polve. Già la nebulosa
Luna ritrasse la cornuta lampa,
E con Espero insiem sotto le faldeDe le tenèbre si nascose. In vano
Speri che aurora boreal diffondaLe rosse chiome per lo bujo, od altro
Elettrico ruscel tremi su i campiCon benigno fulgor. Nè un astro pure
Un astro solo non appàr, che il calleAllumi, e scorga con fuggevol raggio
La vagabonda. Sol turbini e ventiS'odon fischiare a rotti balzi intorno,
A cui sul dorso gemono le selve,
Ed ingrossando a piè rimugghian l'onde.
Mentre la ninfa angoscïosa volge[29] Sovra le rupi irresoluto il passo,
Le Drïadi pietose alzan quereleEntro i materni boschi. - Ella s'invola,
Trema, s'arresta, anelita, si volgeA mirar chi la segue, ed ogni vento
Un dèmone le pàr, che mugghi. - Ahi lassa!
Mentre il freddo Aquilone a lei sciorinaL'ondoso manto, sovra il sen le fiocca
Gelida neve; un brividìo dardeggiaSua trepida compagine, e l'acuto
Strale di ghiaccio infisso trema al core.
Io manco, io cado! aita, aita!
esclama;
Ma tra le fauci soffocato il suonoPerdesi tosto, chè temprarlo niega
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Ohimè Najadi Notte Euro Espero Sovra Drïadi Aquilone
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