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      Questo è ciò, per quel ch'io penso, che da un ingegnoso Critico fu chiamato la presenza ideale di tali oggetti. (Elementi di Critica di Lord Kaimes). E rispetto al complimento, che il sig. Fielding intese fare al sig. Garrick, parrebbe che alla rappresentazione dell'Amleto un ignorante villano, il quale abbia alcuna previa credenza nella apparizione degli spiriti, dovess'essere più suscettibile di cadere in estasi, e di rimanervi più lungo tempo d'uno il quale avesse maggior conoscenza della natura reale delle cose, e più facilmente fosse portato a far uso della sua ragione.
      L. Grand'arte vuolsi richiedere nel Pittore o nel Poeta per produrre così fatto genere d'illusione. Non è vero?
      P. È necessario che la materia sia interessante per la sua sublimità, bellezza, e novità; questa è la parte scientifica; l'arte [42] poi consiste nel porgere distintamente innanzi agli occhi il soggetto scelto, in maniera da produrre (come si è detto più sopra) la presenza ideale dell'oggetto; nel che particolarmente si è segnalato il grande Shakespeare.
      L. Non reca egli adunque veruna conseguenza, che le rappresentazioni corrispondano o no colla natura?
      P. No, purchè queste rappresentazioni interessino per modo il lettore o lo spettatore d'indurre l'estasi sovraccennata. La natura può vedersi ne' mercati, ed a' tavolieri da giuoco; ma noi cerchiamo qualche cosa di più al teatro od in una galleria. Quanto più l'artista si scosta dalla natura, tanto più è probabile che produca maggior novità (b); se s'innalza al di sopra della natura, produce il sublime; ed il bello è probabilmente una scelta ed una nuova combinazione delle parti di lei più vistose.


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Gli amori delle piante
di Erasmus Darwin
Pirotta e Maspero Milano
1805 pagine 266

   





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