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      Voi stesso sentirete la verità di questa dottrina, rivolgendo nella vostra mente le opere de' tre nostri celebrati artisti. Reynolds ha introdotto un carattere di sublimità per fino ne' suoi ritratti; in essi noi ammiriamo l'immagine di persone, cui in realtà non avremmo fatta considerazione (c). La sig. Angelica Kauffmann attira i nostri occhi con un genere di bello, che io credo non esistere; giacchè in verità nelle nostre contrade pochi sembianti si veggono, che possano dirsi [43] greci. E l'ardito pennello di Fuseli ci trasporta oltre i limiti della natura, e ci rapisce coll'incanto della più interessante novità. E Shakespeare, che eminentemente possiede tutti i pregi già accennati, sa cattivarsi in maniera lo spettatore da non lasciargli por mente a nessun genere di violazione sia di tempo, sia di luogo, o d'esistenza. Siccome, al primo apparire dell'ombra d'Amleto, bisogna che colui, il quale fa attenzione a codesta inverisimiglianza, abbia l'orecchio duro come la mala erba che s'abbarbica sulle sponde di Lete: così in molte scene della Tempesta, crediamo continuamente che l'azione succeda davanti a' nostr'occhi, e con alquanto disgusto ritorniamo entro i confini della vita comune, negli intervalli della rappresentazione.
      L. Io sono d'avviso che un poeta di minor abilità avrebbe trovato un così grande soggetto assai difficile ed ingrato a trattarsi.
      P. Sicuramente, giacchè saremmo colpiti dalle patenti inverisimiglianze. In cotal guisa, ne' giardini d'un nobile Siciliano, descritti ne' viaggi de' signori Brydone e Swinburne, dicesi che vi sieno seicento statue di mostri immaginarj, le quali disgustano talmente gli spettatori, che lo Stato, tempo fa, determinò seriamente di distruggerle; e pure i mostri tanto improbabili che si trovano nelle metamorfosi d'Ovidio sono già [44] da parecchi secoli ben ricevuti da tutto il mondo.


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Gli amori delle piante
di Erasmus Darwin
Pirotta e Maspero Milano
1805 pagine 266

   





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