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      Dedalei vanni, che de' figli audaciAffigge al dorso, e sopra l'aure e i venti
      Con angelico passo alto vïaggia.
      Tal l'intrepido Gallo a l'aere immensoGià spinse in grembo il galleggiante globo,
      Ond'ei primo assalir tentò le nubi.
      Alto sorvola, e, qual fra i campi azzurriMeteora ardente, sfavillando scorre
      Quella serica mole, ed intentatoDi sovra le città, le torri, i monti
      S'apre cammino, e la cerulea voltaDel giorno indora. Tacita, e con gli occhi
      Fissi al cielo, e l'anelito sospeso,
      La folta turba stupefatta segue[51] Il gran portento, che ondeggiando varca
      Le vie de' nembi; e da piacer rapitaChe tra i palpiti sorge e lo spavento,
      Via scemar tanto più mira la sferaQuanto più s'erge, sì che un picciol punto
      Omai rassembra, e passeggiera nubeAlfin la invola ad uman guardo. In fronte
      Supplici allora, e protendendo a un tempoLe braccia, e le ginocchia al suol piegando,
      Con miste grida a' Numi offrono votiI riguardanti." - O voi, celesti spirti
      Che il ben largite, se pietà vi move,
      Deh traetelo a scampo! e voi tranquilliTrasportatelo, o venti! nè vi spiaccia
      Guidarlo, o stelle, co' propizj rai!" -
      Placidamente per lo etereo vanoIl gran Sofo veleggia; aure più pure
      Ei beve, e mentre a' lumi suoi più grandiAppajon gli astri, qual su pinta mappa
      In serpeggianti error vede a la terraLe limpid'acque luccicar d'intorno:
      Di sotto a' piedi rosseggiar si miraI forcuti baleni, e rugghiar ode
      Innocui tuoni, e mugolar tempeste. -
      Alzati, o Montgolfier! spigni il feliceVolo, di Cinzia oltre la smorta luce
      Ghiaccio-riflessa, oltre l'idalia stella


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Gli amori delle piante
di Erasmus Darwin
Pirotta e Maspero Milano
1805 pagine 266

   





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