[52] Che fulgida qual perla in orïenteMostra il bel volto ad annunciar festosa
Che l'aurora sen viene; alzati, e 'l rossoOcchio di Marte con veloci penne
Lasciati retro, e del superbo Giove
Passa innante a' seguaci, e di Saturno
Vinci l'anello cristallino, e i vaghiRaggi sormonta, che al rimoto Uràno
Con novello splendore ardono in fronte:
Del Sole evìta l'attraente soglioCo' remi poderosi; e 'l folgorante
Eclittico sentier fuggi e la latteaSiderea zona, u' con crescente foga
Rovinando, le rapide cometeA traverso gli armonici sistemi
Torcono il vampeggiante orrido corso.
Per te l'Orsa contrae l'irsute branche,
E l'antiquo per te seggio ritiraCassiopèa. Sovra le artòe contrade
L'aurea tua sfera rotear vedrassiNel mar de l'etra, e fia ch'eterna vampa
A lo attonito polo intorno splenda.
Tale pur, da le australi onde sorgendo,
L'aure notturne di nuovi astri allumaD'Argo il navìlle, e coll'amico raggio
Ne l'ardito cammin, che primo ei corse,
[53] A' nocchieri risplende auspice e duce.
Ma chi vegg'io? La vezzosetta LINADe la trama inventrice, innanzi assisa
Al novo ordigno, con alterna manoLancia traverso a' saltellanti stami
La volante sua spola; ed, o più d'erbeBrami o di fiori o d'altro industre ornato
Trapuntarne il tessuto, accorta intrecciaLe vario-tinte sete: agili tosto
Battonvi contro le sonanti casse;
Scendono e s'alzan dal bel piè premuteLe calcole suggette, e lente in tanto
Vedi dal subbio svolgersi le orditeFila, e i gran pesi dondolar da tergo. -
Da sue fatiche istrutta Isi immortale,
Dono del fertil suol, vestìo le rive
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Marte Giove Saturno Uràno Sole Orsa Argo Isi
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