A simularne fiori e foglie astrinse.
Con mano accorta il suo virgineo stuoloTratta force ingegnose, indi le verdi
Fronde imprime di vene; in rosso pingeLe vergate corolle, e lento filo
A metallici steli avvolge intorno.
Il muschio appiè v'arrampica, e cerosePendono frutta da' ricurvi rami.
Fra suoi regni di neve il freddo Verno
Le vegetali respirar veggendoStatue di Delany, spiana il severo
Cipiglio, frena le brinate penne,
E stupefatto germinar contemplaI fiori tutti ond'ave April corona.
Ve' la bella NINFEA, l'oricrinitaCALENDULA brillante, e la gentile
LAPSANA! Ognuna de la terra mira[59] Il diurno cammin con occhio intento,
Ed il solar marcandone e il sidereoGiro, e il lento librarse, e 'l varïante
Cielo, con mimic'arte i passi additaDel Tempo, al cui piede fugace intorno
Getta magiche anella, e le velociScosse ne conta de le tremul'ale.
Noi v'imitammo, o Ninfe. - A se dintornoEcco bruna d'acciar molla s'avvolge
A repugnante enea celletta in seno:
Metallico cordiglio indi ricopreConico rame di sue spire; scosse
Mordonsi allor dentate ruote, e l'unaSospinge l'altra, e i lisci poli scorrono
Entro cavo adamante; intanto sottoPalpita il bilanciero, e lento lento
Movesi l'ago su smaltato discoDe' trofei pinto del fuggevol'anno,
E cui dintorno in bel rilievo cingeDorato serpe, che, inarcando il dorso,
Co' denti afferra la squamosa coda.
Quì colle branche smisurate il TempoAfferra la gran clava, e la superba
Ria Superstizïon da l'arduo soglioVindice abbatte, ed i delubri e l'are
Ne rovescia e le torri, ed a lo iniquo
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Verno Delany April Ninfe Superstizïon
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