Pagina (52/266)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      De' suoi fidi traea lo stuol vivace,
      Cui Pane innanzi balzellava u' l'ertaIudnesse ombreggia il prato, e la barbuta
      Guancia enfiata, co' labbri rosseggiantiScorrea soffiando su le sette canne.
      Protervette le Naiadi emergeanoDal rìo materno, ed al giocondo suono
      Far godeano tenore, e con iscorciE con mimico passo imitar furbe.
      Il danzante drappello - "Io svengo, io cado!"
      Gridò la Bella a mezzo il dìe: "piagneteNinfe, sull'urna mia!" - Cadde, e morì.
      Allor non meno che il canuto Verno
      Giù per lo algente cielo a fiocca, a fiocca[69] O muta neve o argentee brine versa,
      Il solingo pastor, mentre su' balziAbbarbaglianti stampa i molli passi,
      Lento guidando con la scossa vergaLe agnelle erranti, mira il verde abete
      Mollemente velato, e di gel carcheLe rubiconde sfavillar sue pine
      Là giù riguarda lucccicanti valli,
      E rivi e fiumi sonnacchiosi, e quinciPendenti cateratte, o doccie e selve
      Cristalline a rincontro; ed irrigataDa lattei mari di lontano vede
      Trasparir la città: maravigliandoEi volge l'occhio intorno: ma se avvegna
      Che il Sol, schiusa una nube, i rai dardeggiSu i brillanti arbuscelli, o tiepid'ala
      Scuota Favonio, in liquide rugiadeScende il baglior fugace, e all'aere in grembo
      Il fulgido spettacolo si strugge.
      Dove la Cordigliera il capo ascondeNubi-cerchiato ne la neve, e l'ampie
      Radici figge ne' sabbion roventi,
      Un dì l'alma CINCHONA, in fra le belleVergini peruvane la più bella,
      Là ne' boschi che ombreggiano di Quito
      I dolci campi, da fuggenti aurette[70] Ognor lambiti, a la gioconda Diva
      De la Salute un'ara eresse; e, voti


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Gli amori delle piante
di Erasmus Darwin
Pirotta e Maspero Milano
1805 pagine 266

   





Pane Naiadi Bella Verno Sol Favonio Cordigliera Quito Ognor Diva Salute