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      Al contrario, se all'artista piacesse di rappresentare la coscia di lui come se fosse squarciata da una palla di cannone, e facesse apparire le carni sanguinanti e le ossa del tronco fracassate; quella pittura farebbe nascere nelle nostre menti idee d'un macello, o della sala d'operazione d'un chirurgo, sì che nauseati ne torceremmo lo sguardo. Così se si portassero sulle scene caratteri aventi i loro membri dislogati da tormentosi strumenti, ed il [81] palco fosse coperto di sangue grumoso e di cervella sparpagliate, la nostra estasi teatrale verrebbe distrutta dal disgusto, e sortiremmo dal teatro inorriditi.
      I Pittori a questo riguardo si sono resi più colpevoli de' Poeti. La crudeltà d'Apollo, che scortica Marsia bello e vivo è un soggetto favorito presso gli antichi artisti; ed i tormenti de' Martiri agonizzanti hanno disonorati i moderni. Non si richiede gran genio per esporre, sia col pennello sia collo scarpello, i muscoli in azione convulsiva, essendochè gl'intervalli sono profondi, e le linee fortemente marcate; ma quelle tenere gradazioni d'azione muscolare, che costituiscono i graziosi atteggiamenti del corpo, sono difficili a concepirsi e ad eseguirsi, fuorchè da un maestro di accurato discernimento e di gusto ben coltivato.
      L. Per qual definizione distinguereste voi l'Orrido dal Tragico?
      P. Io suppongo che il Tragico consista nella Pena accompagnata dalla Pietà, la quale dicesi essere associata all'Amore, la più aggradevole di tutte le nostre passioni: e l'Orrido, nella Pena accompagnata dal Disgusto, che è associato all'Odio, una delle nostre sensazioni più dispiacevoli.


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Gli amori delle piante
di Erasmus Darwin
Pirotta e Maspero Milano
1805 pagine 266

   





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