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      Perciò, allorchè la pittura rappresenta orride scene di crudeltà, noi procuriamo di diffidare della loro esistenza, e volontariamente ci sforziamo di toglierci dall'illusione, che [82] ne potrebbero fare; in luogo che l'amaro calice della vera tragedia è mescolato d'alquante dolci stille di consolazione, le quali ci obbligano a piangere, e noi continuiamo a contemplare gli oggetti di questa interessante illusione con un diletto, che non è facile a spiegarsi.
      L. Non è stato ciò spiegato da Lucrezio, dove egli descrive un naufragio, e dice, che gli spettatori ritraggono piacere dal trovarsi in sicuro sulla spiaggia? come pure da Akenside, nel suo bel poema sovra i piaceri dell'Immaginazione, il quale ascrive ciò al nostro ritrovamento d'oggetti pel dovuto esercizio delle nostre passioni(a)!
      P. Non bisogna confondere le nostre sensazioni al contemplar che facciamo de' mali reali, con quelle che proviamo alle sceniche rappresentazioni tragiche. Gli spettatori d'un naufragio possono essere attratti dalla novità e dignità dell'oggetto; e sotto questo rapporto può dirsi che ne prendano piacere; ma non già dalla pena de' sofferenti. Un ingegnoso scrittore, che criticò questo dialogo, aggiunge, che una gran sorgente del piacere che si trae dalla pena scenica, deriva dal piacere che noi abbiamo di contemplare generalmente nel medesimo tempo uno de' più nobili oggetti della natura, come è quello della virtù trionfante sopra ogni ostacolo ed oppressione, o sostenente l'uomo, che a lei si consacra, oltre ogni sof[83]ferenza: o veramente, dove ciò non occorre, perchè la nostra mente viene alleviata dalla giustizia di qualche segnalato gastigo, che pende sul reo.


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Gli amori delle piante
di Erasmus Darwin
Pirotta e Maspero Milano
1805 pagine 266

   





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