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      Dunque se ad una tragica rappresentazione tu cadessi in uno stato tale d'estasi da non poterne essere riscosso, e credessi reale p. e. il colpo d'acciajo, che Merope sta per vibrare sul proprio figlio, tu eseguiresti que' movimenti, che per la legge d'associazione, da te sarebbonsi eseguiti, se reale fosse ciò che tu vedi; getteresti cioè un grido, correresti ad impedire il colpo ec. Ma ciò non avviene giammai; dunque bisogna inferire, che la presenza di sensazione dolorosa non è compatibile coll'estasi, essendo l'estasi uno stato piacevole della mente; e perchè la mente cessi d'essere piacevolmente affetta, bisogna che cessi l'estasi; e cessata l'estasi, come si può risentir dolore per eventi, che sappiamo essere simulati?
      L. Dunque voi vorreste concludere, che una situazione tragica, quanto vuolsi artifiziosamente condotta, non può produr dolore, ed anzi produce piacere.
      T. Così opino. Non so, se in questo luogo si potrebbe rammentare l'opinione di Loke, il quale dice, che lo stesso allontanamento del dolore produce piacere. Comunque sia, Burke ha confutata questa opinione, ed ha mostrato, che l'allontanamento del dolore produce stato d'indifferenza. Ma nelle sceniche rappresentazioni tragiche, quando l'animo dello spettatore è colpito da qualche interessante situazione, [106] non può più dirsi ch'egli trovisi nello stato d'indifferenza; egli trovasi in uno stato di forte emozione, ed è emozione di piacere; nè può sospettarsi essere altrimenti, dopo che abbiamo veduto doversi escludere la presenza del dolore.


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Gli amori delle piante
di Erasmus Darwin
Pirotta e Maspero Milano
1805 pagine 266

   





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