L'incantata vallèa; pallidi in volto,
Scarni, piagnenti, e con le mani ai crini,
All'erboso tuo seggio errano intornoGli Affanni ed i Timor; fiochi Sospiri
Rispondon susurrando a le tue corde;
E per metà da la guaina trattoAll'Ire in pugno folgoreggia il brando.
Tre volte intorno la feral CIRCEACalca il terreno, e tal mormora carme
Che de gli Estinti le quete ossa turba;
Su le pie zolle squassa indi la brunaCresta, e girando la terribil verga
Alto percote l'eccheggianti tombe. -
Smorte a traverso de la torba notteTralucono le stelle, ed atterrita
Rattien la luna il conscio raggio: acutoStrido dintorno spargono digiune
Upupe, e gufi tremebundi, e strigi;
[116] Ed alti di lontan lunghi ululatiMandano i cani per lo vasto bujo! -
Quinci, mugghiando, in due s'apre la terra,
E fuor n'erompe sovra d'ampj vanniOscena coppia di Demòn malvagi,
Che a la bieca reina invïan saluti,
E, con maligno labbro, la possenteVerga baciata, stendono le branche
Filigginose a la gran Lammia: innanteCorrono entrambi ove il funesto tasso
Di notturna rugiada aridi aspergePolverosi carcami; ampio delubro
Loro a rincontro si spalanca, e raucheIn sui cardini stridono le gravi
Porte ferrate: immani ombre deformiSu le pareti tremolar tu scerni
Qualor traverso i colorati vetriMandi un raggio la Luna; e ad ogni passo
Un rombo ascolti di battute penne,
Un murmure, un bisbiglio, che pel cavoSuol via via si propaga. Al dubbio lume
De le pendenti lampade i duo Spirti
Errano in volta; sbigottite tremanoLe adorate reliquie e i simulacri
De' tutelari Divi; urlan l'Erinni
| |
Affanni Timor Sospiri Ire Estinti Demòn Lammia Luna Spirti Divi Erinni
|