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      Fin da l'abisso, e gli Angeli su in cieloStillan dal ciglio lagrima segreta.
      [117] Con empio ghigno sovra il muto coroMuove la coppia abbominosa, e, innanzi
      Tratta del Nume a la grand'ara, i sacriGradi n'ascende con immondo piede,
      E di vin bestemmiato a gara lordaIl santo nappo, e sovra a l'irto crine
      La mitra impone, e clamidi profanaE pallj e stole; e in tale orrida guisa
      Immascherati, e gli occhi alto levandoCon beffarda pietade, ambo a la Croce
      Prostransi innanti, e invocano con turpiMimici riti gli immortali Numi,
      Non senza offrir con esecranda veceDe le lor alme i temerarj affetti. -
      Lungi, lungi, o Profani! ecco da' sacriSuoi boschi muove forsennata il passo
      La Pitia LAURA; il sen tumido anelaPieno del Dio che l'agita; ne gli occhi
      Arde il furore, spumano le labbra,
      Scalpita il pič, scontorconsi le membra,
      E fuor de' lauri, ond'č ravvolto il capo,
      Balzano gl'irti rabbuffati crini,
      E ondeggiano ne l'aere. - Il busto cintiDe l'efod sacro e di ghirlande ornati
      Diece fan cerchio Sacerdoti e dieceA l'augusta cortina osti nemiche
      [118] Mutole in tanto, e popoli tremanti,
      Gl'immutabili attendono del Fato
      Alti decreti. - Da l'aurato seggioDi non sua sapïenza allor tuonando
      La Vergin schiude involontarj accenti.
      Tal fra tacite nebbie, a la notturnaCavalla in groppa, sovra pigri stagni
      E livide paludi il corpulentoINCUBO scorre; ed ove in preda a grave
      Sonno pur miri tenera donzellaVaneggiante d'amor, scende, e ringhiando
      A lei si corca su le ignude mamme. -
      (Cosė di mezzo a tenebroso cieloDianzi e' fu visto dal poetic'occhio


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Gli amori delle piante
di Erasmus Darwin
Pirotta e Maspero Milano
1805 pagine 266

   





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