Del mio Fuselio, che, de l'alte eredeDel libero Scechspìr grazie felici,
A l'aereo fantasma il primo diedeColl'ardito pennel forma ed albergo.) -
Sul cedente origlier giace supinoIl volto rubicondo; abbandonate
Di fuor del letto pendono le niveeBraccia e il bel piede; sospirando, ansando
Alzasi a stento il soffocato petto,
Ed interrotti i palpiti del coreNuotano nella morte. Alte querele
Di città dome; vedove piagnenti;
Pallidi amanti arrovesciati in negro[119] Sanguinato ferètro; ampio a traverso
A la sua fuga non previsto scoscio;
Gelida notte non stellata; mutoDeserto senza via; torvi sicari
Col pugnale a le spalle, ed altri centoL'un da l'altro incalzati orridi Sogni
Le conquidon la mente. Un gelo, un tremitoScorre e convelle le formose membra,
E via scuote le braccia e i piè sospigne;
Chiudono paralitiche palpèbreI tremuli occhi; e, boccheggiando, invano
Tenta mettere un grido, invano ir vuoleCorrer fuggir nuotare inerpicarsi
L'egra infelice! Ov'ha dimora il SONNONon impera il VOLER. - Ritto s'accoscia,
Di scimmia in guisa, sul virgineo senoLo infingardo Demòne, e, dondolando
Il corpo libra affumicato; lentoNe la marmorea loro orbita volve
Le gorgonee pupille, e con orecchioDi cuojo beve i teneri lamenti,
Ch'ella susurra fra socchiusi labbri.
Dove Hampso e Manifolde, in fra dirupi,
Via via ciascun pel suo selcioso lettoRuotansi, e solcan di lucenti righe
L'atro limo, affrettandosi prècipiti[120] A mescolar l'onde sorelle; e dove
Nel loro argenteo sen pur oggi ascoseLe amiche Ninfe inorridendo sguardano
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