Crudi dimonj, a le festose turbeLento in faccia s'alzò magico carro;
Nè pria balzovvi la Regina in grembo,
Che fiammeggiando per lo ciel librossi. -
Supplichevole in atto e al suol prostesaLa traditrice coppia erge le palme,
[125] Degna aspettando orribile vendetta.
Tre volte in tanto a l'affannato senoMedea fu vista stringersi i diletti
Pegni, e tre volte con ardenti labbiaPremerli, e riguardarli; e poi che alquanto
Con bianchi occhi supini immota stette,
Trepido ferro, impallidendo, immerseEntro il sangue innocente. - "Ite, baciate
Il Genitore, ite a divider secoLa gioja nuzïal!" Disse, e furente
Lanciò da l'alto i palpitanti membri. -
Mugghiano i tuoni, crollano le torriE i marmorei palagi; ignei baleni
Rosso-guizzanti fuor da nembi scaglianoPiogge di strali; squarciasi la terra;
Rimbombando sprofonda ampia rovina;
E in sua possanza con le negre maniStende la Morte lurida gramaglia
Sovra mille infelici. Ingordi i Dèmoni
De la Vendetta bevonsi il rio sangue,
Onde fêro gli estinti atro rigagno;
E, in convulso cachinno sgangherandoLa bocca immàne, l'Erebo gli accoglie.
Là intorno a le vessate isole, u' fiereMugghian tempeste, o gelide accarezzano
Tropiche aurette l'estuoso lido,
[126] Sì tosto come su gli ombrati fioriStende la Sera il trasparente manto
E vela i prati nebbïosi e i poggi;
Pe' fronzuti vïali o per le areneDa mal certo crepuscolo ancor tinte,
In mesta dignità, volge DICTAMNATardo e lento il bel piè: lieve in sulfurei
Effluvi un'aura a l'accigliata ninfaIntorno scherza, o fiammeggiando splende.
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Regina Degna Genitore Disse Morte Dèmoni Vendetta Erebo Sera
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