Con mascelle spumanti e ardente linguaLambe, e via corre trafelando; bieco
Il Leone cammina, ode il terribile[128] Serpe fischiar su la sonante riva,
E bee tremando: lo scaglioso Mostro
Via via d'anello subito in anelloSnoda e dardeggia l'ondulante coda,
Ed incurvando la crestata fronteEi pur sul rìo, balza spaurato indietro
All'apparir di sozzo Coccodrillo,
Che sotto l'onde sbarra la gran bocca.
Dove con bel riflesso a' verdi fianchiMirasi intorno vitrei mar sorridere
La palmifera Giava, ampia s'estendePiaggia nel grembo in eminente scena:
Ergonsi rupi sovra rupi, e spiccianoLoro per mezzo chiare linfe; eterna
Regna la state; miti zefirettiSovra l'ale vaneggiano, e feconde
Piogge allegrano il suolo.- Invano! - Un nardo,
Un cinnamomo ivi non è, che l' aureD'April profumi; non torreggia un platano
Da cui la valle in sul meriggio speriOmbra e frescura. Ove un erboso ammanto
Veste i bruni poggetti? ove di fioriOdorata ghirlanda il margo cinge
D'irrigua fonte? ed u' velluto muschio,
O coriaceo lichene intorno copre,
Arrampicando, i polverosi clivi[129] Di purpureo tappeto? In su le arene
Retrograda non vedi orma stampataChe a visitar quell'orrido deserto
Novello ospito inviti; unqua gli aereiMari non fende rivolante piuma;
Nè, indietro volta, argentea pinna solcaLo spopolato rìo; nè mai fu vista
Palmata talpa o vermicciuol rostratoD'indi redire, se minando il suolo,
Un dì passò l'irremeabil fine.
Là fiero in formidabile silenzioDi mezzo giace e l'annebbiata landa
Il truculento UPAS, infra le pianteIdra di morte.
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