Sferzando le canute onde col lungoStrascico della coda; alto le creste
Minacciose scuotevano, e gli azzurriColli inarcando, co' macchiati petti
Gieno fendendo lo spumante calle.
Poi feramente, all'atterrita calcaGuizzando in mezzo, roteâr gli rossi
Occhi, e vibrâro le forcute lingue.
Due giovinetti, a la difesa giuntiDel vecchio padre, audacemente spingonsi
Al terribile lor corso attraverso,
[136] E ne sfidan la rabbia. Ma di un balzoAmbo s'avvinghian gli squamosi mostri
Ed al padre ed a' figli; e con le anellaDel volubile tergo, in intricate
Tenaci spire più e più stretto intornoA torcentisi lor membri s'aggruppano,
E co' bavosi aguzzi denti infiggonoVenenate ferite. Il santo Veglio,
Al ciel vôlta la fronte, in taciturnaAgonìa, tutta l'ira lor sostiene;
Mentre con alte dolorose stridaL'imbelle prole al genitor crucciato
Affissa invan le moribonde luci.
Su via, dolci garzon, bevete
, esclamaLa seduttrice ognor VITE, di stupida
Lagrima aspersa i lucid'occhi. IntornoFanno al suo capo mobile corona
Purpurei grappi e verdi fronde; ed altoTirso a lei folce il barcollante passo.
Co' lusinghieri teneri sorrisiLa scaltra putta a la mortal sua rete
Cinque adesca infelici pastorelli,
E, lo spumante nappo alto agitando,
Su via bevetein suon canta di gioja,
L'obblìo bevete d'ogni trista cura.
Ria la Chimica in tanto un guardo obbliquo[137] Torce al fatal banchetto, e velen mesce
Ne le nettaree tazze; a sinuosaCortina, sogghignando, spìa traverso
L'empia Podagra e non veduta a tergoL'enfiata Idrope anela: avvolta, in bianca
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Veglio Chimica Torce Podagra Idrope
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