Viva ascoltando il bisbigliante gemitoDe le altrui pene, ed a le proprie sorda! -
Un sorridente bambolin, sua dolceUltima speme, fra sue braccia avvinto
E posato sul petto, ella fomenta. -
Figlia de la sventura! in van di teneri[139] Baci coperto, accarezzato in vano,
Pria de l'aurora, il freddo pargoletto,
Aggavignato all'arido tuo seno,
Con fievole vagito a te l'estremoAddimandò mesto soccorso, i rigidi
Membri protese, e ti spirò nel grembo! -
Ella sul figlio allor, con spalancatePalpèbre, alquanto il guardo affisse; alquanto
Gli asciutti al ciel converse occhi impietrati;
Poi, palpitante il cor, rapido il piedeVolse là dove alto la sacra terra
I pii seguaci di Brunone aprîro:
L'ultimo suo tesor portò traversoA l'atra notte, e chinando i ginocchi
Cader lasciollo ne la vasta tomba.
Io ti vengo pur dietro!
alto piagnendoDisse la forsennata, e viva in mezzo
A' putridi cadaveri lanciosse. -
Là dove le non salse onde il superboOntario volge, e investigiati boschi
Si nutre in riva, la vezzosa CASSIAOde, tremando, mugolar le selve,
E a' flutti in preda i bruni figli affida.
Oh fortunata! chè dal monte spiranoMiti le aurette, e lenemente il fiume
Trascorre, e di Norvegia a le selvose[140] Sponde i tuoi reca pargoletti amori!
D'auro il fianco precinti, in tanto secoDiece ristansi teneri germani,
E sul natío terren guardan la Bella.
Al notturno così raggio di Luna,
In suo gran duol, da la sanguigna Memfi
Tacitamente Iocabed fuggìo,
Coll'un braccio incurvato al palpitanteSeno premendo il caro suo bambino
Per entro avvolto al sinuoso manto.
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Baci Brunone Norvegia Sponde Bella Luna Memfi Iocabed
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