I suoi fiochi vagiti ella con blandiSusurri quetar fece, impresse il tenero
Bacio, e rotto esalò sospir segreto.
Con intrepido passo in tanto cercaIl curvo lito, e i luccicanti fiotti
Impavida ruggire ode a rincontro.
Di giunchi intesse galleggiante culla,
E tra foglie di loto entro v'ascondeIl sorridente pargoletto; a l'avide
Sue labbra porge il bianco seno, e quegliMiste col latte a' sorsi bee le salse
Lagrime de la madre! In sul cannosoMargo essa allora con pietoso inganno
Si cela, attende, e, con tremante core,
Del Nil confida ne' squamosi mostri. -
Deh non temere, o genitrice! Un giorno,
Messaggere del cielo, ei dal romito[141] Suo tetto uscendo maestoso in fronte,
Da le prostese nazïoni fiaSalutato Profeta: alle superbe
Mani de la Tirannide il vermiglioEi strapperà flagello; e in sua vendetta
Fièno per lui le ferree tue catene,
Abbominanda Schiavitute, infrante.
Ma, zitto! udiste qual acuto gridoAgitò l'onde, ed isquarciò le nubi?
Oggi pure, oggi pur, squallida in vistaLà sovra i liti d'occidente geme
La Disperazïon, e cupa ruggeE si storce l'Angoscia; e con orrendo
Urlo la fera SCHIAVITUTE scorreLe africane foreste, e dal guinzaglio
Scatena i cani de l'inferno; misteDi valle in valle eccheggiano le grida,
E quell' orride grida un gelo, un tremitoA nere nazïon portan per l'ossa!
VOI SENATORI, il cui libero votoTempra gli anglici regni, e cui la gemina
India obbedisce; voi che al prode offriteLaude e mercede, e vindici a l'offeso
Fate ragione; il poderoso braccioOmai stendete, già che in vostra possa
| |
Nil Profeta Tirannide Schiavitute Disperazïon Angoscia
|