A questa crisi, Shakespeare, immaginando essere la veste del Re affibbiata da un fermaglio, lo rappresenta in atto solo di parlare con fioca voce ad un cortigiano che lo accompagna: in grazia, signore, slacciatemi questo fermaglio - vi ringrazio, signore, e muore. In cotal modo, mediante l'arte del poeta, l'oppressione al petto del re moribondo è resa visibile, benchè non descritta con parole.
L. Quali sono i tratti, in cui queste arti sorelle non si somigliano l'una all'altra?
P. L'ingegnoso vescovo Berkeley nel suo trattato sulla Visione, opera di grande sapere, ha provato, che i colori che noi vediamo, sono solamente un linguaggio, per cui vengono suggerite alle nostre menti le idee di solidità e di estensione, che noi avevamo dapprima ricevute per mezzo del senso del tatto. Quindi, allorchè vediamo il tronco di un albero, il nostr'occhio può solamente avvertirci de' colori o delle ombre; e si è in grazia della previa esperienza del senso del tatto, che que' colori o quelle ombre ci suggeriscono la di lui forma cilindrica coperta di scabrezze prominenti o depresse. Da ciò apparisce esservi [148] una strettissima analogia fra colori e suoni; non essendo gli uni e gli altri che linguaggi, i quali non rappresentano le loro idee corrispondenti, ma le suggeriscono soltanto alla mente per via delle abitudini o delle associazioni di previa esperienza. Egli è perciò ragionevole il conchiudere, che le più artificiali disposizioni di questi due linguaggi hanno pel poeta e pel pittore una simile analogia.
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Shakespeare Berkeley Visione
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