Ciò secondo a lui pare, nasce dallo spettro oculare del colore ultimo veduto coincidente coll'irritazione del colore attualmente contemplato. Ora, siccome il piacere che noi riceviamo dalla sensazione di note melodio[156]se, indipendentemente da previe associazioni d'idee aggradevoli con esse, bisogna che nasca dall'ascoltare più facilmente, più distintamente o più aggradevolmente alcune proporzioni di suoni dopo altri; e siccome evvi una coincidenza tra le proporzioni de' primarj colori, e de' primarj suoni, se così possono chiamarsi; egli arguisce che le stesse leggi debbano governare le sensazioni degli uni e degli altri. Per via di questa circostanza, pertanto, la Musica e la Pittura possono riguardarsi come sorelle, e quindi arrogarsi il diritto di prendersi in prestito a vicenda alcune metafore: i musici hanno diritto di parlare della lucidezza di suoni, e del chiaroscuro d'un concerto; ed i pittori di parlare dell'armonia de' colori, e del tuono d'una pittura. Per lo che non è poi cosa del tutto tanto assurda, come si era immaginato, che un cieco abbia chiesto se il colore scarlatto era simile al suono d'una tromba. Siccome la coincidenza o l'opposizione di questi spettri oculari (ossia colori che rimangono nell'occhio dopo aver per alcun tempo contemplato un oggetto luminoso), dopo che le loro leggi furono investigate dal Dott. Darwin, sono con maggior facilità ed accuratezza verificate, di quel che sieno gli avanzi di suoni evanescenti sopra l'orecchio; così egli è da desiderarsi che alcun ingegnoso musico voglia più oltre coltivare questo curioso campo di scienza: [157] imperocchè se mai si potesse produrre una musica visibile, che riuscisse veramente aggradevole, sarebbe più facile d'aggiugner sentimento alla musica stessa mercè la rappresentazione di boschetti e d'Amori e di Ninfe dormenti fra cangianti colori, di quel che comunemente si faccia colle opere di musica udibile (b).
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Musica Pittura Dott Amori Ninfe
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